Immaginate di essere un rapper emergente, immaginate di trovarvi su un palco di fronte ad una folla scatenata a fare quello che avete sempre sognato di fare assieme ad alcuni tra i più importanti idoli della vostra vita,  i miti che avete ascoltato sin da bambini, le leggende che hanno colorato i vostri  sogni e la vostra fantasia,  le persone che hanno fatto da colonna sonora alla vostra esistenza, gli uomini ai quali speravate di poter semplicemente stringere la mano per dire “Grazie di tutto”, quelli che vi hanno cambiato la testa aiutandovi a diventare chi siete.

Ci siete  ? Ora immaginate che tutti questi idoli, uno dopo l’altro inizino a “passarvi la torcia”, a dirvi “Ehi Ragazzo, ora sei tu il capo, sei tu che ci rappresenti, sei tu che raccogli il testimone, sei tu il King”.  Immaginate la folla che subito dopo inizia gridare a squarciagola il vostro nome. Riuscireste a non piangere ?

A Kendrick Lamar è successo davvero. Era il 2011.

“It comes a time in a nigga’s career, after what’s gon’ be four platinum albums Tuesday, when you gotta pass the muthafucking torch” (cit The Game)

“Nigga, you got the torch, nigga, you betta run with that muthafucka!” (Cit Snoop Dogg)